Dal prossimo 23 aprile Intesa non sarà più uno dei gestori di identità digitale abilitati da AgID (Agenzia per l’Italia Digitale). Intesa esce dal gruppo dei provider che attualmente sono autorizzati a rilasciare SPID. Cosa devono fare i consumatori che hanno Itesa ID?
Tra circa 45 giorni (23 aprile) Intesa non sarà più uno dei gestori di identità digitale abilitati. Chi possiede l’identità SPID di Intesa avrà la possibilità di riottenere gratuitamente le credenziali SPID da un altro gestore accreditato, a sua scelta, secondo le modalità previste da AgID. Entro il 31 marzo 2023 Intesa informerà tutti i propri utenti comunicando le modalità per ottenere le nuove credenziali. Per maggiori informazioni è possibile scrivere all’indirizzo: info_spid@intesa.it.
Dieci le alternative: TeamSystem, TIM, Register.it, Sielte, Poste Italiane, Namirial, Lepida, InfoCert, Aruba e Etna Hitech (https://www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid/identity-provider-accreditati).
Sempre dal 23 aprile 2023, i fornitori di servizi e gli aggregatori SPID dovranno aggiornare il pulsante “Entra con SPID”, eliminando la possibilità di selezionare Intesa.
SPID COSA SUCCEDE?
Innegabile il successo dell’Identità Digitale che è in possesso di oltre 34 milioni di cittadini. Tuttavia nelle ultime settimane diverse notizie hanno creato allarme, vediamo di che si tratta.
- A fine 2021 sono scadute le convenzioni i gestori autorizzati a rilasciare le credenziali. Il blocco è stato evitato grazie a una proroga dei contratti fino al 22 aprile 2023.
- Il problema più importante è rendere economicamente sostenibile il progetto SPID. Lo Stato fino ad ora ha stanziato 1 milione di euro ma questo non è più sufficiente. Da un lato il successo ha portato a un aumento dei costi di gestione dall’altro le funzionalità a pagamento e l’adozione da parte dei privati non hanno portato a risultati apprezzabili. Per questo motivo i provider chiedono 50 milioni di euro.
- Il Governo intende procedere con la Carta d’Identità Elettronica, per creare un sistema unico gestito dallo Stato, centralizzando la gestione dell’identità digitale e non lasciandolo nella mani di società private.
- A complicare la situazione si aggiunge la volontà europea di promuovere un European Digital Identity Wallet (https://commission.europa.eu/strategy-and-policy/priorities-2019-2024/europe-fit-digital-age/european-digital-identity_en) a livello continentale.
- Inoltre ci sono anche 285 milioni di euro stanziati dal PNRR sul capitolo identità digitale.
- Tirando le fila emerge la volontà del Governo da un lato di semplificare il servizio al cittadino e dall’altro di ridurre i costi di gestione per lo Stato.
LE PROSPETTIVE
In prima battuta si dovrebbe arrivare a una proroga di Spid per poi concentrarsi sull’obiettivo di creare una app unica gestita dallo Stato, probabilmente basata sulla Carta d’Identità Elettronica (CIE) e coordinata con il Wallet Europeo. Ad oggi le modalità e le tempistiche sono ancora oggetto di discussioni e ancora da definire.
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